mercoledì 22 ottobre 2008

CARTE DI CREDITO USA

Gli Usa hanno sono il paese delle carte di credito, ricordo la prima volta che mi recai in Florida, era il 1986.Rimasi stupita dell'uso quotidiano che facevano gli americani delle carte, a quei tempi in Italia chi le usava era un pioniere, molti negozi non le accettavano e comunque alla fine venivano utilizzate solo per pagamenti di un certo rilievo. Ma negli Usa vidi un signore in un negozio di articoli sportivi comprarci un paio di calze da tennis.Il negoziante mi disse che per loro era normale, solo i "poveri"usavano il contante . Questa estate a settembre sono andata a New York ormai anche in Italia la carta viene utilizzata anche per acquisti di pochi euro. Sono andata in giro per i negozi e restavo stupefatta, decine di persone che pagavano in contanti ed anche cifre di una certa rilevanza. MI sono cominciati a sorgere dei dubbi: qui salta tutto.
Ed infatti l’esposizione creditizia in mano alle banche americane connessa con le carte di credito (o i debiti che gravano sui cittadini a seconda del lato da cui si guarda), ha raggiunto i 950 miliardi di dollari. E’ più del sofferto e controverso piano Paulson, dal quale peraltro è esclusa. E questi crediti, «quasi tutti sono tossici», sentenzia un rapporto della Innovest Advisors. Per ora, le cifre ufficiali parlano di 41 miliardi di crediti in sofferenza, cifra che salirà a 96 nel 2009. Ma secondo gli esperti delle stesse banche, i numeri cresceranno in modo esponenziale. Il problema è che come al solito questi crediti sono stati cartolarizzati, e ci sono in circolazione 365 miliardi di dollari di titoli "appoggiati" su di essi, diffusi a pioggia dalle banche negli hedge fund e nei fondi pensione. Si ricomincia. La prossima bolla, dopo le case, i mutui e le azioni, è pronta a scoppiare: quella delle carte di credito. Con un’aggravante: almeno i titoli basati sui mutui, quei 1.300 o più miliardi di dollari che usano i subprime come collateral, hanno qualcosa di solido su cui rifarsi, le case. Quelli basati sulle carte di credito, niente.Com’è comprensibile, l’allarme è scattato, probabilmente in ritardo. Il numero di nuove carte emesse, dopo anni di crescita a due e anche tre cifre, sta precipitosamente franando. Con una serie di risultati a catena. Intanto, l’abitudine degli americani di aprirsi una nuova carta di credito per pagarsi i debiti dei conti di quella vecchia, è sparita: i tassi richiesti sono tali da scoraggiare qualsiasi borrower, cioè chi ha bisogno di soldi. Le banche, in tempi di credit crunch, si tengono stretto il denaro e fanno pagare caro quello che prestano soprattutto ai clienti singoli. La possibilità di avere un refinancing sul mutuocasa, in pratica i soldi cash erogati a fronte della rivalutazione dell’immobile (che era il metodo tradizionale degli americani di ripagare i debiti sui conti delle carte di credito) è di questi tempi ovviamente scomparsa. Conseguenza di tutto questo? i consumi hanno ricevuto un ennesimo scossone: senza il denaro di plastica, nessuno ha più soldi da spendere: in America il tasso di risparmio è ampiamente negativo e i debiti dei privati hanno superato il 100% del Pil (il debito pubblico, per la cronaca, dopo il piano Paulson si avvicinerà al 60, e quello estero è del 120). Secondo uno studio di Capital One, una finanziaria essa stessa emettitrice di carte di credito, questo tipo di debiti degli americani è cresciuto del 75% negli ultimi dieci anni, nei quali gli stipendi sono rimasti sostanzialmente piatti.C’è ancora un altro aspetto, forse il più inquietante di tutti. Dai fondi pensione privati, i cosiddetti 401k, che qui com’è noto costituiscono la totalità dei retirement plan, è possibile prendere "in prestito" una certa somma, anche consistente, da usare per "ricaricare" la carta di credito. La promessa è di reintegrarla al più presto, se non altro per tornare a usufruire delle agevolazioni fiscali dei 401k. Inutile dire che sempre più di questi soldi non sono mai tornati nel fondo. Anche in Italia esiste l’anticipo della liquidazione, ma è espressamente destinato all’acquisto di casa, quindi bene o male ad un investimento reale. In America invece i soldi vengono dati per qualsiasi spesa.
Tutto questo per dire..la crisi e' ancora lontana dall'essere risolta, i governi promettono di dominare il mostro che hanno creato, ma secondo me non hanno ancora chiaro quanto realmente sia forte e potente.

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